La fascite plantare è riconducibile a una sintomatologia dolorosa non traumatica nella sede di inserzione della fascia plantare al calcagno (entesopatia calcaneare), con o senza dolore associato lungo il margine mediale della fascia plantare.
Si manifesta soprattutto tra gli sportivi ed è causata dalla ripetizione continua di eccessivi sovraccarichi a livello podalico.
Le strutture legamentose sono rappresentate dall’aponeurosi plantare che occupa il piano superficiale della pianta del piede e si divide in tre parti: intermedia, laterale e mediale. La parte intermedia è triangolare ed il suo apice si inserisce nelle tuberosità del calcagno mentre la base corrisponde alle articolazioni metatarso-falangee. Le parti laterale e mediale della fascia continuano con la parte intermedia e si portano in profondità raggiungendo il 5° osso metatarsale, lo scafoide, il 1° cuneiforme e il 1° metatarsale. La fascia profonda è distesa sulle ossa metatarsali e sui muscoli interossei plantari.
Questa spessa struttura ha la funzione di stabilizzare e sorreggere l’arco plantare longitudinalmente.
Generalmente l’esordio di questa condizione è insidioso, il paziente avverte dolore alla base del calcagno, dove la fascia plantare s’inserisce sul tubercolo mediale del calcagno; a volte può essere avvertito sul mesopiede o sotto le teste metatarsali. Tendenzialmente il dolore non è presente a riposo, è più forte al mattino ai primi appoggi del piede e tende a ridursi gradualmente durante l’arco della giornata manifestando il cosiddetto “effetto riscaldamento” tipico delle tendinopatie. In fasi croniche il dolore sarà presente anche a riposo e tenderà a non modificarsi con le attività.
La fascite plantare può insorgere a causa diversi fattori di rischio: estrinseci ed intrinseci ; tra i fattori estrinseci si evidenziano l’uso di calzature inadeguate con scarso sostegno all’arco longitudinale, attività lavorative che prevedono molte ore in piedi e bruschi cambi/aumenti dell’attività fisica.
Tra i secondi ricordiamo un indice di massa elevato, l’eccessiva pronazione del piede, l’età che contribuisce ad assottigliare il tessuto adiposo subcalcaneare ed aumenta la possibilità di formazioni di spine calcaneari (presenti nel 50% dei pazienti con FP), il piede piatto o troppo arcuato.
Occorre informare che l’eziologia di questa condizione clinica non è chiara ma multifattoriale, determina un’alterazione della funzionalità e della capacità lavorativa con un impatto negativo sulla qualità della vita.
Solitamente la diagnosi di fascite plantare viene effettuata dopo un’attenta valutazione clinica della sintomatologia. Indagini strumentali, come radiografie e TAC non sono solitamente necessarie ma possono essere utili per evidenziare o escludere ulteriori cause di dolore al tallone (spine calcaneari ,artrosi astragalo calcaneare, fratture da stress, tumori )
Il test per verificare la presenza o meno della fascite plantare consiste nell’esercitare un’energica pressione con il pollice sul calcagno mentre il piede è in dorsi flessione. In caso di fascite, la pressione scatena un forte dolore, oltre al dolore lungo il margine plantare mediale della fascia.
Come tutti i trattamenti, gli obiettivi sono incentrati sulla risoluzione della sintomatologia clinica e sul recupero della funzione.
Nelle fasi iniziale l’obiettivo principale della terapia e quello di andar a ridurre il dolore e la tensione a livello della fascia plantare.
Il trattamento prevede quindi, crioterapia, esercizi di stretching a livello del soleo, del gastrocnemio e della fascia plantare soprattutto nelle fasi acute, associate ad un trattamento massoterapico o di massaggio trasverso profondo.
Tra le terapie fisiche utilizzate ricordiamo la laserterapia e la tecarterapia, particolarmente efficaci nell’eliminare dolore e infiammazione.
Oltre a queste terapia fisiche nel trattamento fisioterapico vengono utilizzati altri macchinari come ultrasuoni e onde d’urto, entrambi trattamenti ad alto indice di efficienza.
Successivamente man mano che il dolore si riduce ,vengono incrementati gli esercizi di carico sulla fascia plantare con l’inserimento di esercizi isotonici concentrici ed eccentrici fino ad arrivare al ripristino di tutte le normali attività di vita quotidiana/sportiva.